Architettura storica in pietra naturale: un bene prezioso, da conservare

Architettura storica in pietra naturale: un bene prezioso, da conservare

A detta di molti esperti in materia, saper rinnovare con maestria le opere architettoniche realizzate in pietra naturale è una e vera e propria arte, addirittura la più difficile. Affinché il risultato soddisfi pienamente i requisiti posti, è fondamentale affidarsi alla competenza degli specialisti. Di fatto, solo chi conosce le particolari caratteristiche di una pietra e sa come essa si comporta in caso di variazioni della temperatura o in presenza di altri fattori climatici, può scegliere la giusta tecnica di lavorazione. 

Ristrutturazione «Ai Cav Calanca», Arvigo: casa storica con una propria personalità
Per quale motivo, l’artigianato di qualità è la base fondamentale su cui poggia qualsiasi ristrutturazione di un edificio in pietra naturale? Lo abbiamo chiesto a Giovanni Polti.

▪️ Signor Polti, il suo nuovo video offre un primo piano sui lavori di ristrutturazione e restauro che hanno visto protagonista l’edificio «Ai CAV Calanca», una meravigliosa casa storica ubicata ad Arvigo. Potrebbe dirci come si affronta un progetto di ristrutturazione di questa portata? Quali sono gli aspetti fondamentali di cui tenere conto?
Prima di dare il via ai lavori bisogna avere ben chiari in mente quali siano gli obiettivi che si vogliono raggiungere con la ristrutturazione. Qui ci siamo focalizzati su un aspetto cruciale: quello di riuscire a conservare il più possibile la sostanza esistente.

▪️ Quando si lavora a un progetto come quello di «Ai CAV Calanca», quali sono, in particolare, i professionisti su cui bisogna poter contare?
In un progetto come questo sono importanti tutti gli attori coinvolti: gli architetti, con cui abbiamo intrattenuto uno scambio regolare per tutta la durata dei lavori di costruzione, ma anche e naturalmente gli artigiani che, per portare a termine il proprio lavoro, si sono in parte dovuti anche confrontare con sfide del tutto nuove.

▪️ I requisiti posti in termini di tutela dei monumenti storici hanno avuto un impatto sul progetto?
Sotto il profilo della tutela dei monumenti storici vi erano certo requisiti da rispettare, non è sempre stato facile collaborare. Vi sono state occasionalmente alcune divergenze di opinione, soprattutto in concomitanza con interventi ben definiti, legati anche a questioni di finanziamento e incentivi.

▪️ Ci sono stati forse aspetti in cui ha sentito di sfiorare il limite della fattibilità?
È praticamente impossibile imitare gli elementi che sono stati consumati dal tempo. Insomma, bisogna scendere a compromessi quando, ad esempio, si posano nuove lastre per la pavimentazione. Gli scalpellini di una volta erano abituati a lavorare con le pietre che trovavano in loco, può darsi quindi che la qualità del materiale di allora fosse un po’ diversa da quella dei materiali disponibili oggi.

▪️ In che modo garantisce la qualità della sua azienda?
Dato che la nostra impresa ha ottenuto la certificazione ISO 9001, per il controllo qualità vigono regole ben definite. In particolare, in ciascuna fase – e in ciascun settore – è effettuato un doppio controllo delle dimensioni, delle tolleranze, dei colori e dei difetti del materiale. Il controllo finale del materiale imballato ha luogo prima che il cliente venga informato che la merce è pronta per essere ritirata. Anche la verifica dell’imballaggio riveste un’importanza cruciale. Va sottolineato inoltre che, quando si ha a che fare con un prodotto naturale, come è la pietra, contiamo pienamente sui nostri collaboratori. Sono loro che, forti della propria esperienza, valutano la qualità finale del prodotto.

▪️ C’è uno spazio di «Ai CAV Calanca» realizzato in pietra naturale che le appare particolarmente riuscito?
Il mio locale preferito è senza dubbio la taverna, un’accogliente sala che si trova nel seminterrato. Siamo stati incaricati di realizzare la pavimentazione, e sono molto soddisfatto del risultato. In questa stanza la pavimentazione non c’era, quindi abbiamo cercato di riprodurre nelle nostre officine le lastre adatte alla realizzazione di un rivestimento in questo tipo di ambiente. Come lavorazione abbiamo optato per lastre con una superficie a spacco naturale, così come se ne trovavano in passato, ma tenendo conto dei requisiti odierni. Trovo molto bella la soluzione a cui siamo giunti.

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È in arrivo il nuovo SuperHink: chi sarà il progetto faro di quest’anno?
Il SuperHink, conferito per la prima volta nel 2021, si è ormai fatto conoscere, trasformandosi in pochi anni in un premio molto ambito nel settore dell’architettura e dell’architettura del paesaggio. L’appello è rivolto ad architetti, progettisti del verde e architetti del paesaggio: partecipate al concorso SuperHink, inoltrando al più presto la vostra candidatura e presentando il vostro progetto faro in pietra naturale. Il concorso ha già preso il via e siamo impazienti di scoprire il vostro progetto. Partecipate ora!
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