Baumuster-Centrale: riflettori puntati sulla pietra naturale
Baumuster-Centrale: riflettori puntati sulla pietra naturale
L’esposizione «Natur-Werk-Stein II», allestita dall’Associazione svizzera per la pietra naturale (NVS) negli spazi della Schweizer Baumuster-Centrale a Zurigo, ha riscontrato ampio successo e mostrato tutto il fascino e la straordinaria varietà delle pietre naturali provenienti da 77 cave svizzere. Il campionario, esposto tutto l’anno presso la Baumuster-Centrale, può anche essere preso a noleggio. Di più su baumuster.ch.
In occasione dell’esposizione, abbiamo intervistato i due esperti Jan Müller e Christian Bärlocher e illustrato il ruolo che la pietra naturale riveste, come materiale da costruzione sostenibile e rispettoso delle risorse, nel promuovere la cultura della costruzione del domani. La pietra naturale non solo è la base per dare forma a progetti architettonici d’eccellenza, apporta anche un contributo sostenibile nel creare un ambiente armonioso, in cui sia piacevole vivere.
Intervista a Jan Müller, esperto in pietra naturale
Jan Müller dirige la società Müller Naturstein AG e, affiancato dalla propria squadra, gestisce a Bollingen, nella regione dell’Obersee, una cava di pietra arenaria. Il materiale è estratto e lavorato all’insegna della sostenibilità, nel rispetto dell’ambiente e dell’ecologia, per poi essere messo a disposizione dei progettisti per la realizzazione di varie opere.
Che ruolo rivestono le cave nell’industria edilizia orientata alla modernità?
Oggi le cave svizzere hanno un ruolo di primo piano nel settore della costruzione. Si nota una maggiore consapevolezza nella scelta dei materiali. Chi costruisce rivolge sempre di più il proprio interesse verso materiali naturali, durevoli e rispettosi dell’ambiente. Emerge con chiarezza una riscoperta dei prodotti che la natura ci offre, una sorta di esigenza primordiale di ritornare a circondarsi di materiali autentici. La pietra non è soltanto bella esteticamente, fa anche bene all’anima. Camminare a piedi nudi su un pavimento in pietra è piacevole e conferisce una sensazione di benessere. Inoltre, utilizzando una pietra naturale di provenienza locale, il bilancio di CO2 attesta valori ineguagliabili. La pietra arenaria che estraiamo nella cava di Bollingen è frutto della natura, il nostro lavoro non è altro che quello di darle forma e per riuscirci ci serviamo quasi esclusivamente di macchinari funzionanti ad elettricità. Già oggi, grazie ai nostri impianti fotovoltaici, produciamo in modo autonomo circa i 2/3 dell’energia elettrica necessaria. L’obiettivo è di garantire con il solare la copertura completa del fabbisogno. Siamo certi che la pietra naturale, e le cave della Svizzera, torneranno a rivestire lo stesso ruolo da protagonista che hanno avuto lungo il filo della storia. Basti pensare che il nucleo storico di Zurigo è stato costruito per la maggior parte in pietra arenaria, estratta proprio a Bollingen.
Perché questa esposizione dedicata alle cave suscita particolare interesse?
È affascinante scoprire la varietà delle aree di estrazione presenti in Svizzera. Si resta esterrefatti nel constatare quanto sia ampia la scelta che offre un territorio di dimensioni piuttosto ridotte come quello del nostro Paese. L’esposizione concorre a sensibilizzare i committenti e i progettisti in merito al pregio della pietra naturale autoctona, e a renderli consapevoli del fatto che, per realizzare un progetto e raggiungere il risultato auspicato, non bisogna per forza importare dall’Estremo Oriente o dal Sudamerica, quando troviamo i materiali vicino a casa.
In che misura i gestori di cave possono apportare un contributo nel tutelare, sul lungo periodo, le preziose risorse del nostro Pianeta?
In teoria la pietra, come prodotto della natura, è una risorsa pressoché infinita e inesauribile. Per darle forma ci vuole relativamente poca energia. Inoltre, a differenza di altri prodotti, pensiamo al clinker o al cemento, è estremamente rispettosa delle risorse. Ma non solo. Al termine del suo ciclo di vita, la pietra naturale è riciclabile e riutilizzabile per realizzare altri prodotti. Ad esempio, una facciata in pietra può essere smantellata e trasformata al 100% in ghiaia.
Per quale motivo, nell’industria edilizia, è possibile migliorare con maggiore efficienza il bilancio di CO2, molto di più che non con altri materiali da costruzione?
È molto semplice, perché la produzione della materia prima avviene in natura. In officina, la lavorazione richiede relativamente poca energia, un’energia che è quasi esclusivamente elettrica e prodotta in buona parte in modo autonomo, dunque all’insegna della sostenibilità.
Quali saranno i cambiamenti con cui si troveranno confrontati i gestori di cave svizzere?
Al riguardo bisogna considerare diversi aspetti. Uno è certamente quello della penuria di specialisti. Attualmente non è cosa facile riuscire a trovare personale qualificato. A questo proposito, anche il settore della pietra naturale deve certamente modernizzarsi e pensare a nuovi modelli di lavoro. Un altro aspetto è dato dalle condizioni sempre più severe poste dalle autorità. In generale, sta diventando via via più difficile e dispendioso, in termini amministrativi, riuscire ad accedere a nuovi luoghi di estrazione. Ma sono certo che in futuro il settore estrattivo svizzero sarà sempre più confrontato con un incremento della domanda.
Un avvincente progetto di referenza, opera di Müller Naturstein AG.
A colloquio con l’esperto Christian Bärlocher
Per il direttore della società Bärlocher Steinbruch & Steinhauerei AG il concetto di sostenibilità nasce già sul sito di estrazione. L’arenaria di Rorschach, estratta con maestria dalle cave di Christian Bärlocher, è protagonista in edifici sia storici che moderni.
Perché possiamo considerare l’estrazione della pietra naturale particolarmente sostenibile?
Per diversi motivi. Innanzitutto, non è necessaria energia al momento della produzione, dato che la pietra è un materiale da costruzione che troviamo già fatto. In secondo luogo, nelle cave svizzere, i lavori di estrazione sono eseguiti quasi esclusivamente impiegando seghe a filo o lame da taglio azionate elettricamente. Terzo, quasi tutte le cave sono a conduzione familiare e gestite con un orientamento rivolto alla qualità e al rispetto dei collaboratori. L’intera catena del valore è dunque mantenuta a livello locale.
Per quale motivo i siti di estrazione rappresentano l’habitat ideale per molte specie rare di piante e animali?
Le cave sono aree aperte fangose e ghiaiose. Con l’attività di estrazione si generano mucchi di pietre, bacini d’acqua di decantazione e aree pioniere. Sono tutti habitat che spesso si vengono a creare solo in presenza di una cava in funzione, senza di essa sarebbero rari o non esisterebbero per nulla. In Svizzera, alcune cave ricevono persino una certificazione, conferita da parte della Fondazione Natura & Economia.
Qual è il ruolo della pietra naturale regionale nel rinnovamento degli edifici storici?
Il fatto che fino ad oggi si continuino ad estrarre pietre che venivano già utilizzate in passato costituisce la base per rinnovare tenendo conto della sostanza edilizia esistente. E, viceversa, permette di garantire la conservazione degli edifici e il loro restauro con un materiale idoneo. In questo modo è possibile salvaguardare importanti testimonianze della cultura della costruzione.
Un avvincente progetto di referenza, ad opera di Bärlocher Steinbruch & Steinhauerei AG.